Che si tratti di un ex ragazzo, una ex ragazza, un ex marito o una ex moglie, tutti noi, chi più chi meno, abbiamo un ex tra i nostri ricordi più o meno ancora presente nella nostra vita.
Siamo molto più “social” pur avendo sempre meno amici reali.
Navighiamo tanto senza mai vedere un porto.
Siamo la generazione del tutto e in fretta e trasmettiamo questa indole ai nostri figli (per chi ha la fortuna di averne).
Da giovani abbiamo bruciato tantissime tappe di vita, che francamente, potevano essere pre-gustate e gustate meglio e ci siamo ritrovati invischiati in rapporti personali e “cose” più grandi di noi.
Solitamente non abbiamo dato il giusto peso a quello che stava succedendo e abbiamo dato per scontato che, come nelle più belle favole, ci fosse il classico “e vissero felici e contenti”.
La vita si sa, non è proprio questa, e chi più e chi meno, chi con conseguenze leggere chi con conseguenze pesanti, ci siamo svegliati un brutto giorno non riconoscendo più la persona che avevamo al nostro fianco.
Diventare un ex, far diventare la persona che abbiamo accanto un ex, oggi più che mai, è qualcosa di molto comune.
Solitamente la spinta iniziale, l’innamoramento, a cui corrisponde l’aumento della produzione di endorfine e di feniletilamina, non si è trasmutato in altro di più concreto e, alla casa, anche se ben progettata sulla carta (la nostra testa), sono venute meno le fondamenta fatte di materiali difficilmente sostituibili come:
La “storia”, breve o lunga che sia stata, semplicemente finisce e diventa un capitolo della nostra vita da ricordare nel bene e nel male.
È in quel preciso istante che l’ex si può trasformare nel diavolo da scacciare all'inferno poiché è stato la causa dei nostri malesseri.
Quando ci troviamo un ex davanti, psicologicamente, corrisponde a una mini elaborazione del lutto con tutto ciò che ne consegue.
Kübler-Ross, psichiatra svizzera, ne tracciò nel 1970 il modello che non lascia molto alla fantasia costituito da 5 fasi:
Così ci ritroveremo a passare, soprattutto se tocca a noi diventare degli ex a nostra insaputa da:
Non si scherza, è scientifico e più o meno tutti ci siamo passati in queste fasi che variano di intensità emotiva da caso a caso.
Nei bellissimi libri di Harmony che leggevi da ragazza le storie finivano sempre bene.
La vita reale, purtroppo, ha un peso suo specifico completamente differente.
Di solito ci si lascia semplicemente perché uno dei due partner ha subito un processo di cambiamento nel corso della sua evoluzione e, semplicemente, chi gli sta accanto non va più bene per lui.
Potremmo dare la colpa alla società, all’amico che l’ha influenzato, alla sua famiglia, al suo credo religioso…
Nulla di vero e reale.
Una persona attrae come un magnete quello che le serve in quel preciso istante per crescere ed evolvere.
Proprio come una calamita attira eventi, situazioni e persone.
Se non cresce insieme a noi o se noi non cresciamo con lui, lo stare insieme diventa un terreno tanto infertile quanto un deserto e, in un giorno qualunque, ci ritroveremo soli (o con un qualcun altro al nostro fianco che non sarà verosimilmente il nostro ex del passato).
Certo che questo provocherà dolore, scossoni emotivi non indifferenti.
Certo che ciò che sta accadendo o che accadrà rivoluzionerà la nostra vita.
In tutto questo, però, potremmo farci ben poco.
Se questo accade non lo abbiamo voluto con la nostra mente conscia ma con la parte più profonda di noi, il nostro inconscio che spinge a cercare altrove quello che non potevamo avere nel qui e ora.
Indipendentemente se siamo in una fase pre-ex o già ex di qualcuno, indipendentemente se siano noi a voler lasciare o voler essere lasciati, indipendentemente se abbiamo lasciato o siamo stati lasciati, indipendentemente da cosa abbiamo fatto e come l’abbiamo fatto, prima ce ne facciamo una ragione, prima si prende coscienza di questo e più facile sarà per noi voltare pagina.
Tutto questo non vuole essere un incitamento all’abbandono facile… anzi!
Stiamo parlando di storie già concluse o di storie che stanno volgendo al termine dove, la storia stessa, è un malato incurabile conclamato, un morto che cammina.
Elaborare il lutto sapendo che quello che è successo o che succederà non dipende da noi faciliterà il trapasso.
Di sicuro stiamo parlando di rapporti maturi e ben cementati.
Nessuno qui sta parlando della scappatella, di una botta e via, dove il termine ex non ha nemmeno ragione di esistere.
Ex-mariti ora padri single, ex-mogli ora mamme single, single di ritorno, ricordiamoci che non tutti i mali vengono per nuocere e, anche se dura da digerire, c’è sempre un motivo e nulla avviene per caso in questa vita.
Voltaire diceva:
il tempo è un galantuomo, rimette a posto tutte le cose.
Solo in esso c’è la chiave, solo lui sa davvero quello che succederà nel prossimo futuro.
L’importante è trarre beneficio dalla lezione appena appresa in modo da non commettere gli stessi errori e ritrovare lo stesso schema tipo rimettendosi insieme all'archetipo di ex con cui la passata storia è appena finita.
Alla prossima!
Affrontare la nuova vita di madre single senza angosce e senza sensi di colpa lo sappiamo tutte, non è affatto semplice!
Ci sono tante cose che potrebbero consolarci come:
ma non è questo il punto!
Essere una madre single è certo che sia faticoso da tutti i punti di vista sia mentale sia fisico, nessuno lo mette in dubbio.
Però, spesso, oggi con il senno di poi, mi guardo intorno e benedico quel giorno in cui ho firmato quel foglio.
Quando ci si separa non restano solo cose brutte.
Occorre trovare anche il bello, occorre comprendere che se siamo arrivate a questa situazione è perché la storia meravigliosa che avevamo immaginato nel giorno del sì, semplicemente, non è andata come speravamo.
Di sicuro prima di arrivare ad una simile soluzione abbiamo fatto di tutto perché il copione fosse riscritto.
Nessuna di noi immaginava di diventare una madre single un giorno.
Purtroppo, o per fortuna in molti casi, abbiamo avuto il coraggio di buttarci in questa nuova avventura.
Inutile piangersi addosso ora, bisogna solo rimboccarsi le maniche ed andare avanti.
Elisabetta Ruspini, sociologa dell’università Bicocca di Milano, sostiene che
Oggi possiamo scegliere la forma di famiglia che vogliamo
come darle torto?
È finito il tempo in cui, se si sceglieva di non vivere più in coppia con il padre dei tuoi figli, si veniva giudicate come delle poco di buono.
È giunta finalmente l’ora di non vergognarsi più se si è separate o divorziate.
Oggi è più che normale perché abbiamo superato certi preconcetti e certi tabù sociali.
Proprio perché non siamo più né mosche bianche né pecore nere, oggi per una madre single è semplice alzare la cornetta del telefono la domenica e chiamare un’amica nella sua stessa condizione per organizzare il pranzo.
Sì perché anche se i problemi di certo non mancano, una madre single ritorna a vivere e deve farlo non solo per se stessa ma anche e soprattutto per i propri figli.
Non chiudersi mai a riccio su stesse.
Oggi è semplice, anche online, trovare altre mamme single che vivono la tua identica situazione e che possono/vogliono darti una mano.
Uno dei più famosi network in Italia è Gengle, ma ne esistono tanti altri!
L’importante è comprendere che, anche se lo si vuole, non si può affrontare questa vita da soli.
Molte madri single come me, scelgono dei lavori che gli permettono di dedicare più tempo ai figli.
Molte riescono a lavorare da casa oggi e per fortuna viviamo in un epoca dove le nuove tecnologie ce lo permettono.
Tutte però abbiamo bisogno di un aiuto e quella mano ci arriva, il più delle volte, proprio dai nonni dei nostri figli, quando questo, ovviamente, è possibile, più che dall'ex padre o da chi ha saputo nuovamente conquistare una mamma single.
In un’Italia che cambia, aimè, il problema resta sempre lo stesso.
Parlando con altre mamme single si comprende facilmente che il discorso economico è sempre al centro dell’attenzione.
Oggi anche chi ha una casa di proprietà , e quindi non paga l’affitto, deve fare i conti con la realtà: i soldi non bastano mai e si fatica sempre di più ad arrivare alla quarta settimana del mese. Non oso immaginare la vita che fa una mamma single che non ha questa fortuna!
In uno stato come il nostro, dove le politiche welfare per le madri single sono completamente assenti, prima di fare questa “scelta” una donna deve sapere a cosa va incontro.
L’Atlantic riporta sempre più spesso storie di mamme single, negli U.S.A. disposte a vendere il cibo che possono comprare con i buoni pasti, a vendere il sangue, a vendere il Social Security Number (numero di previdenza sociale) dei propri figli, per ottenere il minino indispensabile per tirare avanti.
Con questo non voglio sottintendere che arriveremo anche noi italiane a fare delle scelte del genere.
È pur vero che, le donne lavoratrici all'estero sono molto più tutelate e non debbano necessariamente scegliere tra maternità e lavoro come succede in Italia.
Com'è vero che le Ottocento Euro di bonus per le neo-mamme dato quest’anno sia solo una goccia nel mare di un “welfare una tantum” (come lo definisce il Fatto Quotidiano) molto lontano delle politiche concrete dei nostri “cugini” Europei.
Non vogliamo avere dei favori e dei privilegi ma vorremmo solo avere ciò che ci spetta di diritto.
Da madre single, non posso che darmi e farvi coraggio.
Domani arriverà lo stesso, canta Vasco.
Quando però capiremo che unite siamo più forti e che è arrivato davvero il momento di iniziare a fare rete, forse, avremmo capito che un coro è molto più potente di una voce sola.
Lascia un commento qui in basso se vuoi!
A presto.
Viaggio nel mondo dei single di oggi. Tra famiglie monogenitoriali, chi si sposa da solo, l'Italia che cambia.
Essere single in Italia non da più scalpore tanto che c’è chi decide di crescere un figlio da solo senza nemmeno sposarsi.
Poi c'e, addirittura, chi sceglie di sposarsi da solo.
Per chi si è perso la notizia, un parrucchiere, Nello Ruggiero di Sant'Antonio Abate (Napoli), a Maggio del 2017 è balzato agli onori della cronaca per aver deciso di sposare se stesso.
Gesto sicuramente provocatorio motivato in parte delle stesse parole del single napoletano:
"Ho maturato la convinzione che non potrò amare nessuno tanto quanto amo me.
Sono l’anima gemella di me stesso ma il mio cuore resta aperto a tutte le persone che ho aiutato e potrò ancora aiutare in Africa."
The show must go on cantava Freddie Mercury, leggendaria voce dei Queen, e forse di show si tratta visto che il tutto è stato "architettato" dalla famosa trasmissione Il Boss Delle Cerimonie su Real Time.
La denuncia sociale, però, inizia ad essere davvero seria e chi sa quanti seguiranno questo esempio.
Accanto a molti che contestano questo gesto, arrivando ad affermare che il single napoletano sia uno psicopatico (parole sue rilasciate in un'intervista al Fatto Quotidiano), c’è anche chi elogia questa scelta.
Se si tiene in considerazione che ad oggi in Italia i single sono oltre 9 milioni, state pur certi che qualcun altro seguirà i passi di Nello Ruggiero.
Da oltralpe, invece, arriva un notizia di tutt'altro genere.
Sembra infatti che il Ccne francese (Comitato Nazionale di Parigi per le Questioni Etiche) abbia dato il via libera alla procreazione assistita anche per lesbiche e single e la legge sarà varata nel 2018 in via definitiva!
Naturalmente questa notizia, immediatamente rimbalzata in Italia, ha provocato lo sdegno di associazioni, esponenti politici e personaggi pubblici, che da tempo si battano nel nostro Paese, anche nelle sedi dei tribunali, perché avvenga altrettanto e si superino, finalmente, i limiti dell'odiata legge attuale in materia (legge n. 40 del 19 febbraio 2004 "Norme in materia di procreazione medicalmente assistita").
Ricordiamo che, oggi, difatti, la legge impedisce alle coppie che non hanno possibilità economica di accedere alla procreazione assistita in quanto occorre l’analisi genetica pre-impianto nei Livelli Essenziali di Assistenza.
Naturalmente, anche qualora ci fossero le condizioni patrimoniali per farlo, la legge 40 in Italia preclude la FIVET a chi è single e non in coppia.
A onor di cronaca si deve rimarcare che i numeri che riguardano questo intervento sono da capogiro.
Solo nel 2015, ad esempio, le coppie che hanno avviato un trattamento sono state nel corso dell’anno 74.292, per un totale di 95.110 cicli ma mai nessun single.
Mentre nel resto del mondo, in realtà molto più civili come la Svezia tanto per citarne una, le famiglie monogenitoriali non solo sono aiutate ma sostanzialmente si integrano perfettamente nel tessuto sociale nazionale, in Italia sembra che i single che hanno uno o più figli siano “la peste nera”.
Sono molte le famiglie monogenitoriali in italia (ben 2.439.252), ne abbiamo parlato quando abbiamo trattato l’argomento padri single , che si affiancano alle numerosissime famiglie unipersonali (famiglie composte da una sola persona).
Il nostro tessuto sociale sta cambiando e, nonostante questo sia sotto gli occhi di tutti, chi di dovere sembra che non se ne sia accorto e non vuole decisamente tenerne conto.
Sono le famiglie monogenitoriali della porta accanto in cui una madre o un padre single lottano con i loro figli contro una società che nega sistematicamente i loro diritti.
Per fortuna molto sta cambiando e, grazie all'impegno di persone come Gisella Bassanini, nascono realtà come Smallfamilies -portale delle famiglie a geometria variabile – (Smallfamilies.it) che si propone come un mezzo per dare un aiuto concreto a questo popolo spesso dimenticato, orientandolo, informandolo e sostenendolo, anche attraverso il contributo di professionisti come avvocati, coach, psicologi ecc.
Certo si dice
“Aiutati che Dio ti aiuta”
ma è giusto che debbano sempre muoversi i privati e mai le istituzioni?
Chi si prenderebbe cura di:
se non ci fosse la bontà del prossimo (famiglie di origine, amici, parenti) a sostenerli?
Anche se i nomi scelti, provenienti dal libro “Le città invisibili” di Italo Calvino, a molti non dicono troppo, quelli rappresentati sono esattamente i profili delle mamme e dei padri single che compongono le numerose famiglie monogenitoriali oggi in Italia individuati da Smallfamilies.
Accanto a Eufemia che può contare sulla presenza dell’altro genitore per la cura e la crescita dei figli, c’è Dorotea, che deve fare affidamento sulla famiglia d’origine per far fronte alle necessità economiche e per la cura della sua famiglia monogenitoriale.
Mentre Zirma, per vari motivi, può contare solo sulle proprie forze per crescere ed educare i figli (sotto tutti i punti di vista), Zenobia ha quanto meno l’aiuto della sua famiglia d’origine per la cura della prole.
Infine chiude il cerchio Marcopolo, monoreddito che riceve un contributo dalla madre dei figli per la loro cura e crescita.
Eufemia, Dorotea, Zirma, Zenobia , Marcopolo non sono altro che Debora, Giovanna, Maria, Lucia, Luca…
Debora, Giovanna, Maria, Lucia, Luca non sono un’eccezione… iniziano ad essere una regola!
Se in Italia 1 famiglia su 3 è unipersonale ben presto ci saranno tanti altri genitori single.
In Spagna i genitori single hanno agevolazioni sui mezzi pubblici, in Svezia aiuti economici, supporto psicologico e attività sociali!
In Germania c’è l'Unterhaltsvorschuss, un assegno sociale per i figli di genitori single, erogato fino al 12° anno di età del bambino per un massimo di 6 anni.
Una mamma e un papà single, inoltre, sempre in Germania, possono contare sull'Elterngeld, un altro assegno sociale, che permette ai genitori di passare più tempo con i loro piccoli durante i primi mesi di vita.
Quando lo Stato Italiano si renderà conto che lo scenario sociale sta cambiando?
Ai posteri l’ardua sentenza.
A presto, lascia il tuo commento… raccontaci la tua storia, discutiamone insieme.