Affrontare la nuova vita di madre single senza angosce e senza sensi di colpa lo sappiamo tutte, non è affatto semplice!
Ci sono tante cose che potrebbero consolarci come:
ma non è questo il punto!
Essere una madre single è certo che sia faticoso da tutti i punti di vista sia mentale sia fisico, nessuno lo mette in dubbio.
Però, spesso, oggi con il senno di poi, mi guardo intorno e benedico quel giorno in cui ho firmato quel foglio.
Quando ci si separa non restano solo cose brutte.
Occorre trovare anche il bello, occorre comprendere che se siamo arrivate a questa situazione è perché la storia meravigliosa che avevamo immaginato nel giorno del sì, semplicemente, non è andata come speravamo.
Di sicuro prima di arrivare ad una simile soluzione abbiamo fatto di tutto perché il copione fosse riscritto.
Nessuna di noi immaginava di diventare una madre single un giorno.
Purtroppo, o per fortuna in molti casi, abbiamo avuto il coraggio di buttarci in questa nuova avventura.
Inutile piangersi addosso ora, bisogna solo rimboccarsi le maniche ed andare avanti.
Elisabetta Ruspini, sociologa dell’università Bicocca di Milano, sostiene che
Oggi possiamo scegliere la forma di famiglia che vogliamo
come darle torto?
È finito il tempo in cui, se si sceglieva di non vivere più in coppia con il padre dei tuoi figli, si veniva giudicate come delle poco di buono.
È giunta finalmente l’ora di non vergognarsi più se si è separate o divorziate.
Oggi è più che normale perché abbiamo superato certi preconcetti e certi tabù sociali.
Proprio perché non siamo più né mosche bianche né pecore nere, oggi per una madre single è semplice alzare la cornetta del telefono la domenica e chiamare un’amica nella sua stessa condizione per organizzare il pranzo.
Sì perché anche se i problemi di certo non mancano, una madre single ritorna a vivere e deve farlo non solo per se stessa ma anche e soprattutto per i propri figli.
Non chiudersi mai a riccio su stesse.
Oggi è semplice, anche online, trovare altre mamme single che vivono la tua identica situazione e che possono/vogliono darti una mano.
Uno dei più famosi network in Italia è Gengle, ma ne esistono tanti altri!
L’importante è comprendere che, anche se lo si vuole, non si può affrontare questa vita da soli.
Molte madri single come me, scelgono dei lavori che gli permettono di dedicare più tempo ai figli.
Molte riescono a lavorare da casa oggi e per fortuna viviamo in un epoca dove le nuove tecnologie ce lo permettono.
Tutte però abbiamo bisogno di un aiuto e quella mano ci arriva, il più delle volte, proprio dai nonni dei nostri figli, quando questo, ovviamente, è possibile, più che dall'ex padre o da chi ha saputo nuovamente conquistare una mamma single.
In un’Italia che cambia, aimè, il problema resta sempre lo stesso.
Parlando con altre mamme single si comprende facilmente che il discorso economico è sempre al centro dell’attenzione.
Oggi anche chi ha una casa di proprietà , e quindi non paga l’affitto, deve fare i conti con la realtà: i soldi non bastano mai e si fatica sempre di più ad arrivare alla quarta settimana del mese. Non oso immaginare la vita che fa una mamma single che non ha questa fortuna!
In uno stato come il nostro, dove le politiche welfare per le madri single sono completamente assenti, prima di fare questa “scelta” una donna deve sapere a cosa va incontro.
L’Atlantic riporta sempre più spesso storie di mamme single, negli U.S.A. disposte a vendere il cibo che possono comprare con i buoni pasti, a vendere il sangue, a vendere il Social Security Number (numero di previdenza sociale) dei propri figli, per ottenere il minino indispensabile per tirare avanti.
Con questo non voglio sottintendere che arriveremo anche noi italiane a fare delle scelte del genere.
È pur vero che, le donne lavoratrici all'estero sono molto più tutelate e non debbano necessariamente scegliere tra maternità e lavoro come succede in Italia.
Com'è vero che le Ottocento Euro di bonus per le neo-mamme dato quest’anno sia solo una goccia nel mare di un “welfare una tantum” (come lo definisce il Fatto Quotidiano) molto lontano delle politiche concrete dei nostri “cugini” Europei.
Non vogliamo avere dei favori e dei privilegi ma vorremmo solo avere ciò che ci spetta di diritto.
Da madre single, non posso che darmi e farvi coraggio.
Domani arriverà lo stesso, canta Vasco.
Quando però capiremo che unite siamo più forti e che è arrivato davvero il momento di iniziare a fare rete, forse, avremmo capito che un coro è molto più potente di una voce sola.
Lascia un commento qui in basso se vuoi!
A presto.
Viaggio nel mondo dei single di oggi. Tra famiglie monogenitoriali, chi si sposa da solo, l'Italia che cambia.
Essere single in Italia non da più scalpore tanto che c’è chi decide di crescere un figlio da solo senza nemmeno sposarsi.
Poi c'e, addirittura, chi sceglie di sposarsi da solo.
Per chi si è perso la notizia, un parrucchiere, Nello Ruggiero di Sant'Antonio Abate (Napoli), a Maggio del 2017 è balzato agli onori della cronaca per aver deciso di sposare se stesso.
Gesto sicuramente provocatorio motivato in parte delle stesse parole del single napoletano:
"Ho maturato la convinzione che non potrò amare nessuno tanto quanto amo me.
Sono l’anima gemella di me stesso ma il mio cuore resta aperto a tutte le persone che ho aiutato e potrò ancora aiutare in Africa."
The show must go on cantava Freddie Mercury, leggendaria voce dei Queen, e forse di show si tratta visto che il tutto è stato "architettato" dalla famosa trasmissione Il Boss Delle Cerimonie su Real Time.
La denuncia sociale, però, inizia ad essere davvero seria e chi sa quanti seguiranno questo esempio.
Accanto a molti che contestano questo gesto, arrivando ad affermare che il single napoletano sia uno psicopatico (parole sue rilasciate in un'intervista al Fatto Quotidiano), c’è anche chi elogia questa scelta.
Se si tiene in considerazione che ad oggi in Italia i single sono oltre 9 milioni, state pur certi che qualcun altro seguirà i passi di Nello Ruggiero.
Da oltralpe, invece, arriva un notizia di tutt'altro genere.
Sembra infatti che il Ccne francese (Comitato Nazionale di Parigi per le Questioni Etiche) abbia dato il via libera alla procreazione assistita anche per lesbiche e single e la legge sarà varata nel 2018 in via definitiva!
Naturalmente questa notizia, immediatamente rimbalzata in Italia, ha provocato lo sdegno di associazioni, esponenti politici e personaggi pubblici, che da tempo si battano nel nostro Paese, anche nelle sedi dei tribunali, perché avvenga altrettanto e si superino, finalmente, i limiti dell'odiata legge attuale in materia (legge n. 40 del 19 febbraio 2004 "Norme in materia di procreazione medicalmente assistita").
Ricordiamo che, oggi, difatti, la legge impedisce alle coppie che non hanno possibilità economica di accedere alla procreazione assistita in quanto occorre l’analisi genetica pre-impianto nei Livelli Essenziali di Assistenza.
Naturalmente, anche qualora ci fossero le condizioni patrimoniali per farlo, la legge 40 in Italia preclude la FIVET a chi è single e non in coppia.
A onor di cronaca si deve rimarcare che i numeri che riguardano questo intervento sono da capogiro.
Solo nel 2015, ad esempio, le coppie che hanno avviato un trattamento sono state nel corso dell’anno 74.292, per un totale di 95.110 cicli ma mai nessun single.
Mentre nel resto del mondo, in realtà molto più civili come la Svezia tanto per citarne una, le famiglie monogenitoriali non solo sono aiutate ma sostanzialmente si integrano perfettamente nel tessuto sociale nazionale, in Italia sembra che i single che hanno uno o più figli siano “la peste nera”.
Sono molte le famiglie monogenitoriali in italia (ben 2.439.252), ne abbiamo parlato quando abbiamo trattato l’argomento padri single , che si affiancano alle numerosissime famiglie unipersonali (famiglie composte da una sola persona).
Il nostro tessuto sociale sta cambiando e, nonostante questo sia sotto gli occhi di tutti, chi di dovere sembra che non se ne sia accorto e non vuole decisamente tenerne conto.
Sono le famiglie monogenitoriali della porta accanto in cui una madre o un padre single lottano con i loro figli contro una società che nega sistematicamente i loro diritti.
Per fortuna molto sta cambiando e, grazie all'impegno di persone come Gisella Bassanini, nascono realtà come Smallfamilies -portale delle famiglie a geometria variabile – (Smallfamilies.it) che si propone come un mezzo per dare un aiuto concreto a questo popolo spesso dimenticato, orientandolo, informandolo e sostenendolo, anche attraverso il contributo di professionisti come avvocati, coach, psicologi ecc.
Certo si dice
“Aiutati che Dio ti aiuta”
ma è giusto che debbano sempre muoversi i privati e mai le istituzioni?
Chi si prenderebbe cura di:
se non ci fosse la bontà del prossimo (famiglie di origine, amici, parenti) a sostenerli?
Anche se i nomi scelti, provenienti dal libro “Le città invisibili” di Italo Calvino, a molti non dicono troppo, quelli rappresentati sono esattamente i profili delle mamme e dei padri single che compongono le numerose famiglie monogenitoriali oggi in Italia individuati da Smallfamilies.
Accanto a Eufemia che può contare sulla presenza dell’altro genitore per la cura e la crescita dei figli, c’è Dorotea, che deve fare affidamento sulla famiglia d’origine per far fronte alle necessità economiche e per la cura della sua famiglia monogenitoriale.
Mentre Zirma, per vari motivi, può contare solo sulle proprie forze per crescere ed educare i figli (sotto tutti i punti di vista), Zenobia ha quanto meno l’aiuto della sua famiglia d’origine per la cura della prole.
Infine chiude il cerchio Marcopolo, monoreddito che riceve un contributo dalla madre dei figli per la loro cura e crescita.
Eufemia, Dorotea, Zirma, Zenobia , Marcopolo non sono altro che Debora, Giovanna, Maria, Lucia, Luca…
Debora, Giovanna, Maria, Lucia, Luca non sono un’eccezione… iniziano ad essere una regola!
Se in Italia 1 famiglia su 3 è unipersonale ben presto ci saranno tanti altri genitori single.
In Spagna i genitori single hanno agevolazioni sui mezzi pubblici, in Svezia aiuti economici, supporto psicologico e attività sociali!
In Germania c’è l'Unterhaltsvorschuss, un assegno sociale per i figli di genitori single, erogato fino al 12° anno di età del bambino per un massimo di 6 anni.
Una mamma e un papà single, inoltre, sempre in Germania, possono contare sull'Elterngeld, un altro assegno sociale, che permette ai genitori di passare più tempo con i loro piccoli durante i primi mesi di vita.
Quando lo Stato Italiano si renderà conto che lo scenario sociale sta cambiando?
Ai posteri l’ardua sentenza.
A presto, lascia il tuo commento… raccontaci la tua storia, discutiamone insieme.
Già essere figli di genitori separati o che si stanno separando non è semplice.
Se poi ci si mettono anche mamma e papà a farsi la guerra su chi dei due sia più idoneo a provvedere al loro futuro, proprio non se ne esce vivi.
Sembra ieri quando la notizia della sentenza emessa dal giudice Felice Lima del Tribunale di Catania, l’11 dicembre del 2016, face scompiglio e scalpore tanto da essere ripresa dalle maggiori testate giornalistiche nazionali.
Nella sentenza veniva sostanzialmente ribadito il principio giuridico che un figlio potesse tranquillamente essere affidato ad un padre e, soprattutto, la stessa negava che vi fosse un canale preferenziale per l’affidamento dei figlio alla madre.
Nulla di strano sotto il sole se non fosse che in Italia, quasi per prassi consolidata, i figli venissero quasi sempre affidati alla madre.
Questo per “ovvi” motivi (dove l’ovvio viene virgolettato apposta) tra i quali si riscontrava che:
Sì sa! Tutti da padri single ci siamo passati. Solo a pronunciare la volontà di volere l’affido esclusivo della propria figlia o del proprio figlio, al nostro avvocato si drizzavano i capelli e spesso era proprio lui che ci sconsigliava di intraprendere questa strada.
Per nostra fortuna la Legge 54/2006 sull'affido condiviso sta facendo il suo corso e gli ultimi dati dell’I.S.T.A.T. lo dimostra ampiamente: nel 2015 le separazioni con figli in affido condiviso sono circa l'89% di tutte le separazioni con affido e soltanto l'8,9% dei figli è affidato esclusivamente alla madre.
Questo contro le percentuali bulgare degli anni precedenti.
Ad esempio nel 2005 (prima della legge) proprio da un estratto del report emesso dalla stessa I.S.T.A.T. apprendiamo che:
“L’affidamento esclusivo dei figli minori alla madre è stato prevalente rispetto ad altri tipi di affidamento anche nel 2005: i figli minori sono stati affidati alla madre nell’80,7% delle separazioni e nell’82,7% dei divorzi, con percentuali più elevate nel Mezzogiorno rispetto al resto del Paese. La custodia esclusivamente paterna è stata pari al 3,4% negli affidamenti a seguito di separazione e al 5,1% per quelli scaturiti da sentenza di divorzio.”
Come poteva un padre pensare di fare richiesta di affido trovandosi davanti dati così schiaccianti?
Anche perché i pochi “padri eroi” che si mettevano su questa strada dovevano per forza cercare di “screditare” la figura materna dimostrandone la non idoneità a ricoprire questo ruolo e questo poteva danneggiare indirettamente proprio i figli!
Poi in tutto questo ci sono loro: i figli delle coppie scoppiate, in una società nella quale cresce il numero di divorzi 82.469 (+57% sul 2014) ed aumentano le separazioni, pari a 91.706 (+2,7% rispetto al 2014), che assistono inermi al fallimento del matrimonio dei loro genitori.
Figli di genitori separati che vedono naufragare il rapporto di coppia di chi li ha messi al mondo.
Certo nessuna separazione avviene da un giorno all'altro, nulla accade all'improvviso!
Si tratta sempre di un cammino iniziato da uno o più anni ma, in tutto questo, ci sono loro!
Proprio loro, i figli di genitori separati per i quali anche se il rapporto di coppia si è rotto, continuano a pensare e sperare che quanto meno possa esserci una famiglia.
Quei figli che, purtroppo, non sentiranno il contraccolpo psicologico solo quando i genitori non staranno più insieme… No, per loro il “calvario” inizia già molto tempo prima, quando la coppia mamma-papà che li ha messi al mondo inizia il suo percorso conflittuale.
E come reagiranno i figli alla separazione dipende da chi sono in quel momento.
Chi si divide sappia che, di media, occorrono dai due ai quattro anni finché i figli di genitori separati ritrovino il loro equilibrio e questo tempo dipende proprio da come i genitori riescono sostanzialmente a gestire la situazione.
Inutile dire che i figli vengono prima di:
e che mai, mai, un figlio deve essere minimamente coinvolto in una questa battaglia.
I figli di genitori separati devono poter contare su una coppia che, almeno per quello che li riguarda, funziona perché a nessun esperto, tribunale o avvocato può essere demandata la responsabilità di crescerli nel miglior modo possibile.
Era proprio necessario che la legge 54 dell’8 febbraio 2006, n. 54 sancisse che il figlio minore abbia il diritto di continuare a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi i genitori?
Non è qualcosa che già dovrebbe venire dal cuore?
“Il messaggio più importante per i genitori è il fatto che anche i figli di genitori separati possono essere felici e diventare degli adulti soddisfatti, capaci di ottenere buoni risultati e di relazionarsi con gli altri.
Indubbiamente i figli soffrono anche quando i loro genitori rimangono insieme in un contesto quotidiano fatto di litigi e aggressioni.”
Prof. Dott. Franz Resch, Liga für das Kind
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A presto con approfondimenti su questo tema.
Quella dei Padri separati in Italia sta diventando una vera e propria epopea di dimensioni gigantesche.
Accanto a Regioni Italiane come la Lombardia, che finalmente aprono gli occhi e si accorgono di come quello dei padri separati in Italia stia di fatto diventato un vero e proprio problema sociale, anche l’opinione pubblica inizia finalmente a comprendere che così proprio non si può più andare avanti.
È di questi giorni l’intervista di Domenico Fumagalli, rilasciata al Sole24ore, in qualità di responsabile dell’associazione “Papà separati Lombardia”, in cui si conferma che il numero dei padri separati aiutati tramite il Banco Alimentare a fare quantomeno la spesa per mangiare è 350!
Trecentocinquanta uomini messi per strada da ridicole sentenze di Tribunali!
Cresce la povertà con un ritmo impressionante per chi era un genitore felice un tempo ed oggi deve provvedere al mantenimento di ex-mogli, spesso auto-sufficienti, e figli.
Così, il caso, che sempre lo stesso articolo del Sole24ore riporta, di un docente universitario di 45 anni costretto da una sentenza a passare per intero il suo stipendio (di ben 1.800,00 Euro) alla ex-moglie, non desta più stupore ne tanto meno scalpore.
Perché tanti soldi? Qual è la sua colpa per il giudice che ha emesso la sentenza di separazione?
Non aver chiesto di più all'Ente per il quale lavora in base al ruolo che ricopre!
Ancora, come dimenticare il beffardo cartello esposto nel tribunale di Brescia che avvisa agli avvocati dei padri separati che tutte le istanze dove si chiedono cifre al di sotto di 250 Euro per figlio saranno respinte?
Si preferisce che i padri separati in Italia “muoiano di fame” piuttosto che rivedere le leggi in base alla nuova realtà del nostro Bel Paese che subisce ancora le conseguenze nefaste di una crisi economica mai del tutto andata via.
In media, ricordiamolo, ad ogni padre separato, per il Tribunale di Milano oggi, è giusto chiedere 400 Euro per figlio.
Come può questo non prosciugare il conto corrente di chiunque?
Per fortuna, come si diceva, quantomeno la politica cerca di mettere una pezza al maltolto della giustizia con sussidi e “privilegi” per questi padri e genitori.
Essere un padre separato residente in Lombardia, ad esempio, da diritto ad un punteggio per l’assegnazione di case popolari pari a quello delle famiglie sfrattate, nel caso in cui l'ex marito abbia dovuto l'asciare l'alloggio all'ex-moglie per sentenza passata in giudicato.
L’attuale legislazione lombarda, inoltre, ha stanziato ben 14 milioni di euro da destinarsi proprio ai genitori separati che non possono provvedere al mantenimento proprio o dei figli.
È sicuramente un bel passo in avanti ma è possibile che questa Italia sia ancora il Paese dei Balocchi per le ex-mogli?
Quando una coppia scoppia non è responsabilità di entrambi?
Quanto meno per l’assegno divorzile qualcosa si è mosso.
Come stabilito dalla cassazione a maggio del 2017 è stato eliminato il parametro del tenore di vita, in base al quale era semplice imporre un assegno, anche minimo, all'ex marito (Approfondimenti).
Ma dovevano passare tanti anni perché questo accadesse?
Ci sono tantissimi padri separati in Italia rovinati dalle ex-mogli e, tra questi, sia personaggi comuni che V.I.P..
Per questa ragione nessuno di noi potrà mai dire di non conoscerne nessuno e di non aver mai sentito parlare di questa nuova piaga sociale.
Si pensi a quello che sta accadendo a personaggi famosi come Marco Della Noce, per esempio, che in un’intervista a “Il Giorno” dichiara
“Ha azzerato la mia visibilità professionale, le televisioni e le agenzie mi hanno chiuso la porta in faccia e molti colleghi hanno preferito ignorarmi. I giudici mi hanno segato il mio futuro lavorativo. Non potendo lavorare non posso neppure fare fronte alle richieste di mia moglie”….
e continua rivolgendosi alla sua Ex:
“Me l’avevi promesso, mi dicesti: «Ti rovino». Adesso basta, hai raggiunto il tuo obiettivo. Non voglio accusare nessuno, mi piacerebbe però sottolineare che in un momento in cui il papà ha delle difficoltà lavorative mi sarei aspettato che il resto della famiglia gli si fosse stretto intorno. Non è concepibile che si debba mantenere lo stesso tenore di vita mentre il papà cena con caffè e latte”
Già...
“Non è concepibile che si debba mantenere lo stesso tenore di vita mentre il papà cena con caffè e latte”…
Detto da un comico di Zelig che aveva tanti soldi, avvale ancora di più la tesi che separarsi oggi in Italia è per molti ma non per tutti.
In una società come la nostra, purtroppo, i padri separati in Italia devono farsi i conti in tasca prima di prendere una simile decisione…
E non è forse questa mancanza di libertà?
Il matrimonio non è un contratto! È ben altro e non è giusto che a pagare le conseguenze di una sua risoluzione sia in buona sostanza sempre una parte.
Sono i padri appunto, che spesso oltre alla dignità perdono anche il contatto con i propri figli.
Come può un padre andarsi a mangiare una pizza con il proprio figlio o la propria figlia quando dorme in una macchina e cena con caffè e biscotti?
Forse è il caso di pensarci su!
A presto.
Perfetto, se non sei scappato a gambe elevate quando hai saputo che sono una mamma single, ho un figlio e che lo sto crescendo da sola è già un punto a tuo favore!
Sono sempre di più le donne che dopo una separazione, un divorzio o un lutto improvviso, decidono/devono crescere i propri figli da sole.
Farlo, ovviamente, non è affatto semplice... Essere una mamma single non lo è ugualmente.
Si sa, ognuna desidererebbe avere accanto il principe azzurro, l’uomo perfetto.
Sin da bambine, quando giocavamo con le nostre Barbie (esistono ancora per fortuna!) sognavamo Ken che arrivava sul suo cavallo bianco e ci prendeva per portarci in un mondo incantato e mai avremmo immaginato che un giorno saremmo diventate delle mamme single!
Forti di questo (Barbie che realizzava il suo sogno) siamo cresciute con uno stereotipo di uomo in testa e tra i banchi di scuola ci siamo prese le prime cotte per l’Andrea di turno, bello ed impossibile, ed, inebriate dai primi ormoni, abbiamo iniziato con lui una relazione.
Su Andrea riponevamo tante speranze e, per questo, l’abbiamo caricato di tante aspettative che, durante la relazione, si sono sciolte come neve al sole.
Certo lo so, il buon Andrea non centra nulla, sono io che “sono sbagliata” e per questo la relazione è scoppiata.
Ma come si dice?
Morto un papa se ne fa un altro, chiusa una porta si chiude un portone ecc.
In pratica nel corso della mia vita ho solo collezionato alcuni Andrea cambiando i personaggi e non la storia e, credimi, cerco disperatamente di far capire questo alle mie amiche quando mi chiedono
“Capitano tutti a me uomini così?”
Alcuni mi hanno spiegato che possono esserci problemi più profondi, legati alla mia infanzia, probabilmente perché ero stata piantata davanti ad una TV che mi faceva da babysitter che oggi sono una mamma single.
Cercavo negli uomini l’affetto che non ho ricevuto perché i miei erano impegnati a portare a casa il pane.
Anche per questo ho trovato diversi Andrea che sapevano risvegliare quella bambina che aveva bisogno di protezione e di affetto ed uno me lo sono anche sposato…
Se sono una mamma single… lo capisci da solo!
Per questo la mia vita non è una vita semplice…
Prima di uscire con una mamma single devi riflettere bene perché una mamma single è da prendere “con tutto il pacchetto”!
Parlo ovviamente per me che ho ancora un figlio che deve crescere e diventare grande con tutto quello che questo comporta:
….
L’elenco per una mamma single è molto più lungo e variopinto.
Se fossi ad esempio mamma single da poco potresti tranquillamente metterci:
e tanto altro.
Come ti sentiresti se tu fossi una mamma single che ha appena mollato o e stata appena mollata dal proprio uomo?
Qualunque sia il tuo stato (separata, divorziata, vedova) saresti un mix di emozioni in una pentola a pressione pronta ad esplodere!
Leggo anch’io su internet le voci che circolano sulle mamme single dove si crede che siano tutte delle “affamate”, pronte a diversi, a caccia di uomini, pronte a sbolognare “il pacchetto” ad amici e parenti per uscire e passare una serata in allegria, pantere da letto, ecc. ecc.
Sveglia! Non dico che non conosco amiche separate che s’intestardiscono nel sembrare adolescenti e che si radunano per andare a ballare e rimorchiare… Certo ci sono ma non siamo tutte così specie se abbiamo figli piccoli!
Molti madri single corrono sul filo del rasoio dove da una parte c’è la loro unica ragione di vita, i propri figli, e dall'altra la speranza di rifarsi una vita unita al timore che questo non accadrà mai.
Noi dobbiamo fare da padre e da madre ai nostri figli stando attenti a non metterli sotto una campana di vetro e soffocarli… Comprendi in che casino siamo?
Pur essendoci quasi 2 milioni e mezzo di famiglie in Italia come la mia (monoparentali) , l’arte del genitore è già difficile se si è in due, immagina in uno!
Tuttavia non spaventarti perché una mamma single è pur sempre una donna e come tale vuole e deve essere trattata.
È probabile che ti occorrano un po’ di consigli a riguardo.
Oltre al normalissimo sii te stesso (che già sarebbe un bel traguardo) devi sapere che:
Soprattutto non giocare con i miei sentimenti, non me lo merito e sappi che anch’io voglio amare ed essere amata senza troppi pensieri! Che credevi?
Se sei tu una mamma single, voglio condividere quello che ho sperimentato sulla mia pelle che forse può aiutarti a riflettere:
“Da quando mi sono innamorata di te, ogni cosa si è trasformata ed è talmente piena di bellezza… L’amore è come un profumo, come una corrente, come la pioggia. Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia ed io, come la terra, ti ricevo e accolgo” – Frida Kahlo
È davvero un discorso lungo e complicato e, se vuoi, ritorneremo su questo argomento come anche potremmo approfondire meglio determinate sue tematiche.
Cosa ne pensi tu in merito?
Cosa vorresti approfondire?
Scrivimi qui in basso.
A presto!
Secondo l’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) in Italia ci sono 2.439.252 genitori single che vivono con i figli e di questi meno del 2% è un una famiglia monoparentale composta da un padre single con la sua prole.
Anche se sulla carta, analizzando i dati, il cambiamento avvenuto alla legge sull'affido del 2006 sembra aver portato i frutti sperati a chi per questo si è battuto per questo come un leone, ed oggi nel 89,4% l’affidamento della prole è di tipo congiunto (contro il potere esclusivo che deteneva la madre fino al 2005 quando nel 80% dei casi e oltre i figli erano a lei affidati in via esclusiva sia in caso di separazione sia in caso di divorzio), molto c’è ancora da fare e il grido disperato di molti padri sembra confermarlo.
Tanti si ricorderanno della manifestazione dei “Padri senza diritti” a Roma, dove un corteo di papà separati e divorziati marciò nel 2006 nella capitale in mutande, manifestando la loro piena disapprovazione per quello che stava succedendo.
È anche grazie a loro che la legge sull'affido fu, di fatto, modificata ed è sempre grazie anche a loro che un padre single oggi può godersi di più il proprio figlio.
Del resto, se quello di padre single non fosse un problema sociale sentito, non troveremmo in Italia tante associazioni come “ASSOCIAZIONE PADRI SEPARATI D’ITALIA” con basi operative in molte città (per info associazione@padri.it) per il sostegno di questa figura.
È di maggio 2017, la sentenza della cassazione (N. 11504-2017), che pone il principio per il quale il diritto all'assegno divorzile trova il suo unico presupposto nella mancanza di autosufficienza economica, eliminando il parametro del tenore di vita, in base al quale è sempre stato gioco facile imporre un assegno, anche minimo, all’ex marito.
Tuttavia molti padri single sono ancora letteralmente “in mezzo ad una strada” e i dormitori e le mense della CARITAS lo dimostrano pienamente in quanto, frequentati ancora oggi, da “ex-mariti” con uno stipendio medio che devono passare obbligatoriamente l’assegno di mantenimento all’ex-moglie e vivono in condizioni economiche assurde.
Potrebbe sembrare facile demagogia ma basta guardarsi intorno per comprendere che è tutto vero e quanto, di fatto, le leggi punissero l’uomo favorendo la donna.
Come anche molto spesso le cronache ci rendono edotti puntualmente dei casi in cui le ex-mogli negano i figli ai loro padri, nonostante i tribunali abbiano indicato il contrario.
Negli anni, ricordiamolo, anche personaggi famosi come Tiberio Timperi ci hanno messo la faccia battendosi per questa causa e denunciando pubblicamente come sia di fatto sia stato semplice e possibile per la sua ex-coniuge negargli sostanzialmente il diritto di essere padre per i propri figli.
Di questa storia Timperi ne ha fatto un bellissimo libro ““Nei tuoi occhi di bambino” che consiglio a tutti i padri che stanno vivendo una situazioni simile di leggere.
Un padre single vuole (e non è obbligato) vivere al meglio il proprio tempo con i figli e desidera, spesso, recuperare il rapporto con loro in maniera dignitosa.
Quasi mai una separazione o un divorzio iniziano il loro decorso, proseguono e si consumano in modo sereno.
Spesso molte energie da parte di entrambi i genitori sono dedicate a far valere “i propri diritti” a discapito del figlio, della figlia o dei figli che subiscono tutto questo spesso in silenzio.
La crisi avvenuta nella coppia genitoriale è arrivata sostanzialmente all'epilogo quando un genitore si definisce single quindi è giunto finalmente il momento per l’uomo di ritornare a fare il papà a tempo pieno.
È, dunque, d’obbligo ridefinire la sua posizione in quanto, nei giorni in cui ha in affidamento la propria prole, non potrà più contare sull'aiuto delle madre.
Ed è di questi giorni che il padre single deve approfittare senza cadere negli errori comuni che tutti i padri single hanno commesso prima di lui.
La tendenza comune è, infatti, quella di diventare un “mammo” a tutti gli effetti, specie se si è “padri single a tempo pieno” o da poco.
Le figure nella coppia genitoriale sono sempre ben definite e se non si vuole creare ulteriore confusione nei propri figli questo va assolutamente evitato.
I ruoli nella coppia restano, è vanno assolutamente rispettati. Ne la madre single ne il padre single deve invadere il campo dell’altro.
Un altro errore molto comune da parte di un padre single è quello utilizzare i propri figli come valvola di sfogo.
Tuo figlio non ha assolutamente nessuna colpa per quello che è successo con sua madre, quindi, evita di immischiarlo in cose che non gli competono.
Evita di parlare male di sua madre, magari per ripicca o per “tirarlo dalla tua parte”.
Lui/Lei vuole e desidera un rapporto sereno da padre a figlio/a.
Mai, assolutamente, usare tuo figlio/a come un tramite tra te e la tua ex.
Hai da dirle qualcosa?
Fallo tu e non mettere in mezzo tuo figlio.
Altro errore grossolano è quello di perdere la tua autorità come genitore/padre diventando il suo migliore amico.
Indipendentemente dall'età di tuo figlio la tua figura ricopre e ricoprirà per lui/lei un ruolo fondamentale nella sua vita.
Se hai una figlia ti sarai ben reso conto di quanto, fin dalla sua tenera età (la psicologia conferma intorno ai 16 mesi), fosse gelosa della madre e di quanto fosse “innamorata” di te.
Se hai un figlio avrai ben compreso quanto tu sia importante per lui come esempio da seguire nella sua vita.
Un padre single è pur sempre un padre ed è fondamentale per la crescita psicologia dei figli che non devono mai avvertire la sua figura genitoriale come mero supporto al ruolo della madre.
La figura del padre single è indispensabile per la corretta formazione educativa dei propri figli.
È al papà che è affidata l’educazione psico-motoria.
È il papà che dovrebbe occuparsi di insegnare ai propri figli ad andare in bicicletta, nuotare, tirare tiri al pallone ecc.
È il papà che i figli vedono come un super-eroe quando compi “miracoli” con la super potenza.
Per questo motivo un padre single, proprio come un padre nella coppia, deve restare quella figura corretta, rispettosa e soprattutto presente nella loro vita.
Un padre single deve accompagnare il proprio figlio nella scoperta del nuovo mondo aiutandolo a superare paure ed ansie.
Deve essere per lui un punto di riferimento e il rapporto conflittuale con la madre, qualora ci fosse,, non deve e non può intaccare minimamente questo.
Oggi più che mai un figlio ha bisogno del padre per parlare.
L’epoca degli uomini duri, tutto d’un pezzo, delle figure autoritarie da temere a prescindere, per i padri, è passata da tempo.
Impara a parlare con tuo figlio, specie se è un adolescente, ed impara a rispondere alle sue domande, anche se sono imbarazzanti.
Resta però suo padre, non un amico, è quello che vuole ed è quello che maggiormente desidera.
A presto, vuoi condividere la tua opinione in merito?
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