Esiste davvero il fenomeno del femminicidio in Italia?

Come molti di voi sapranno il 25 novembre si è festeggiata la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne e tantissimi italiani ed Italiane, compresi i Mass Media a tutti i livelli, hanno aderito anche quest’anno all'iniziativa facendosi carico del fenomeno del femminicidio.

femminicidio-vs-maschicidio

Ultimamente si parla molto di violenza contro le donne.

Non passa giorno che telegiornali, giornali, social media, non riportino casi di abusi subiti dalle donne a tutti i livelli, sia fisici che psicologici da parte di uomini (o presunti tali visto che questo comportamento è più da bestie che da esseri umani).

Di contro, però, viene da chiedersi se questa amplificazione del fenomeno della violenza sulle donne e del femminicidio (inteso come omicidio) non sia spropositata e voluta.

Facciamo due calcoli…

C’è un nuovo termine che anche mio nonno, che segue i telegiornali indubbiamente molto più di me, ha imparato ad usare: femminicidio.

Per femminicidio si intende:

Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l'identità attraverso l'assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte.

Quindi, questo nuovo termine diventato ormai di uso comune, non dovrebbe essere solo  utilizzato quando c’è effettivamente la morte fisica di una donna o di una ragazza ma anche in caso di “violenza psicologica” ed anche se ciò avviene temporaneamente.

Bene.

Su tutti i Mass Media questo fenomeno viene amplificato a dismisura in Italia, tanto da farci credere che sia in costante aumento.

Sempre di più questa convinzione viene strumentalizzata per meri fini ideologici.

Lo scopo, a mio modesto parere, è  dimostrare a piene mani che

"l'assassino ti dorme accanto" (slogan utilizzato in molte campagne)

e continuare a dare addosso alla famiglia come istituzione allo scopo di denigrarla.

Questo, quindi, riguarda direttamente single, futuri padri single e future madri single.

I numeri del femminicidio in Italia

Ne è dimostrazione il fatto che dagli anni '90, in Italia,  il numero di vittime femminili della violenza è disceso costantemente ed ogni anno rappresenta un record a scendere rispetto a quello precedente.

Ancora il numero di decessi a causa di violenza alle donne subita da parte degli uomini, ad oggi, stando agli ultimi dati, si attesta a 120 casi circa all'anno.

In Italia ci sono 25 milioni di donne più o meno (in età compresa tra 15-60 anni).

Sapete qual è la percentuale di rapporto tra casi conclamati di violenza che porta alla morte fisica (ultimo step del femminicidio)  e numero di donne presente nel nostro paese?

Due, tre, quattro per cento?

No! 0.00048%!

Quanto è lontano questo dato rispetto ai dati che ogni giorno ci mostrano?

Occorreva davvero coniare un nuovo termine o bastava quello che già avevamo ovvero omicidio?

La verità nuda e cruda sul femminicidio

Probabilmente parlare di fenomeno di violenza sulle donne ha senso se si prende in esame ciò che avviene nel mondo ma non ha davvero senso parlarne in Italia!

Quelli che vengono sciolinati (ed utilizzati ancora oggi dai più), per avvalorare la tesi della violenza sulle donne, sono dati  raccolti dell'IS.T.A.T. nel 2006.

Mai, però, ho sentito parlare in questi ultimi anni di violenza perpetuata sugli uomini da parte delle donne e, probabilmente, è ora di iniziare a mettere sulle “i”.

Il maschicidio

Se si crede realmente possibile che un uomo possa commettere atti di violenza contro una donna, sembra impossibile che una donna possa ricambiare la cortesia, per via di stereotipi e congetture…  invece è proprio così: Marte e Venere si alternano nei ruoli in questo gioco al massacro che non porta da nessuna parte.

Uno studio condotto dall'Università di Siena su un campione di uomini dai 18 anni ai 70, utilizzando la stessa metodologia dell'I.S.T.AT. nel 2006 per determinare cosa accade nel mondo femminile in tema di violenza, 6 anni dopo (quindi nel 2012), fa emergere un quadro da brivido per il maschio italiano: sono 5 milioni gli uomini che, in Italia, che subiscono una forma di violenza da parte di una donna ogni anno (contro i 6 milioni di donne dichiarati).

Solo un milione in più, sembra tanto ma…

L'Università di Siena, nel 2011, non si è fermata a stabilire solo il numero complessivo, ma, proprio come ha fatto l’I.S.T.AT. anni prima, ha anche elaborato le percentuali del tipo di violenza subita dagli uomini e perpetuata dalle donne.

Ecco alcuni esempi:

Come sempre dulcis in fundo.

Le percentuali che davvero invitano a riflettere sono quelli che formano la voce “altre forme di violenza” dell'indagine (15,7%) che si scompongono in:

Per poi arrivare alle forme di violenza preferite dalle donne, quelle psicologiche  ed economiche che si esplicano in:

Non poteva mancare in questo elenco dei classici come la:

Se tutto questo non bastasse, nemmeno nelle coppie che non hanno figli ma convivono, l’uomo se la passa bene con:

Quando il rapporto poi finisce scatta un altro tipo di violenza che  si esplica in:

Probabilmente sarà un mio difetto, lo ammetto leggo poco i giornali e seguo meno la TV, perché mi piace non farmi condizionare, ma fino ad oggi non ho sentito mai nessuno parlare di “maschicidio” se non in rete e mai su altri mezzi di comunicazione.

L’ago pende sempre dalla parte del “gentil sesso” semplicemente perché questo fa odiens e... c'è da riflettere tanto!

La violenza, però, è violenza sempre!

Che il fenomeno del femminicidio (intesso come omicidio di donne) sia più accentuato nessuno qui lo nega.

Nessuno qui nega, difatti,  che la differenza tra le due forme di violenza è data dalla bassissima percentuale di atti di violenza (8,4%), perpetuata dalle donne sugli uomini, che possono mettere a rischio l'incolumità personale e portare al decesso di un uomo.

Questo fa si che si parli molto di più di femminicio e meno di maschicidio.

Ma, come abbiamo detto,  l’omicidio è solo l’atto finale del femminicidio che si consuma in vari atti.

Non perché il maschicidio non arrivi all'atto finale (omicidio) che questo merita meno considerazione.

La violenza è violenza e, spesso, non si parla mai troppo dei danni psicologi che la vittima, femminile o maschile, riporta: quelli non sono appariscenti  come i lividi e i volti tumefatti!

La violenza psicologia

La violenza psicologia, poi, sottolineo, che si traduce in ripicche e frasi ricorrenti, può condurre a gesti inappropriati.

Credo che a nessuna madre, ad esempio, faccia piacere sentirsi dire tutti i giorni

"Ti tolgo i figli"

"Ti tolgo la casa"

"Ti rovino"

ecc.

Per l’uomo è la stessa cosa, con una differenza: una donna è più forte dell’uomo in questo senso per il fatto che la legge Italiana penda quasi sempre a suo favore ed utilizza queste "armi" che l’uomo non ha.

In Italia manca una legge del "divorzio facile"  e troppi uomini e donne sono esasperati da una convivenza forzata.

Le forme di violenza che la donna adotta, siano esse psicologiche, economiche o entrambe, sono note ma nessuno ha il coraggio di parlarne pubblicamente e, il “gioco dei Mass Media” è sempre in atto e sempre più forte tanto da far abboccare anche personaggi pubblici.

Lasciando perdere Talk Show, forum e dibattiti televisivi che trovano il tempo che trovano in quanto macchine per far girare le sponsorizzazioni, uno degli esempi più eclatanti è stato quello di una Senatrice della Repubblica per il Partito Democratico Monica  Cirinnà che ha affermato

"Uccide più la violenza sulle donne che il cancro."

Slogan ormai vecchiotto visto che, nel 2014 ad esempio, le povere donne morte per cancro (in Italia) sono state 75.000 e quindi 205 al giorno (contro le 200 più o meno in quell'anno morte a causa di violenza subita)!

Che si tratti di violenza maschile o femminile, la violenza va sempre combattuta in ogni sua forma e questo è bipartisan.

Quello che si chiede, però, è essere equi nei giudizi e non amplificare dei messaggi per avvalorale delle tesi: chi ne paga le conseguenze siamo noi tutti in termini di società.

Alla prossima, commentare è partecipare.

Affrontare la nuova vita di madre single senza angosce e senza sensi di colpa lo sappiamo tutte, non è affatto semplice!

madre single italia

Da una madre single ad una madre single

Ci sono tante cose che potrebbero consolarci come:

ma non è questo il punto!

Una madre single oggi

Essere una madre single è certo che sia faticoso  da tutti i punti di vista sia mentale sia fisico, nessuno lo mette in dubbio.

Però, spesso, oggi con il senno di poi, mi guardo intorno e benedico quel giorno in cui ho firmato quel foglio.

Quando ci si separa non restano solo cose brutte.

Occorre trovare anche il bello, occorre comprendere che se siamo arrivate a questa situazione  è perché  la storia meravigliosa che avevamo immaginato nel giorno del sì, semplicemente, non è andata come speravamo.

Di sicuro prima di arrivare ad una simile soluzione abbiamo fatto di tutto perché il copione fosse riscritto.

Nessuna di noi immaginava di diventare una madre single un giorno.

Purtroppo, o per fortuna in molti casi, abbiamo avuto il coraggio di buttarci in questa nuova avventura.

Inutile piangersi addosso ora,  bisogna solo rimboccarsi le maniche ed andare avanti.

Elisabetta Ruspini,  sociologa dell’università Bicocca di Milano, sostiene che

Oggi possiamo scegliere la forma di famiglia che vogliamo

come darle torto?

Non c'è da vergognarsi

È finito il tempo in cui, se si sceglieva di non vivere più in coppia con il padre dei tuoi figli, si veniva giudicate come delle poco di buono.

È giunta finalmente l’ora di non vergognarsi più se si è separate o divorziate.

Oggi è più che normale perché abbiamo superato certi preconcetti  e certi tabù sociali.

Proprio perché non siamo più né mosche bianche né pecore nere, oggi per una madre single è semplice alzare la cornetta del telefono la domenica e chiamare un’amica nella sua stessa condizione per organizzare il pranzo.

Sì perché anche se i problemi di certo non mancano, una madre single ritorna a vivere e deve farlo non solo per se stessa ma anche e soprattutto per i propri figli.

L’unica cosa?

Non chiudersi mai a riccio su stesse.

Oggi è semplice, anche online, trovare altre mamme single che vivono la tua identica situazione e che possono/vogliono darti una mano.

Uno dei più famosi network in Italia è Gengle, ma ne esistono tanti altri!

L’importante è comprendere che, anche se lo si vuole, non si può affrontare questa vita da soli.

Molte madri single come me, scelgono dei lavori che gli permettono di dedicare più tempo ai figli.

Molte riescono a lavorare da casa oggi e per fortuna viviamo in un epoca dove le nuove tecnologie ce lo permettono.

Tutte però abbiamo bisogno di un aiuto e quella mano ci arriva, il più delle volte, proprio dai nonni dei nostri figli, quando questo, ovviamente, è possibile, più che dall'ex padre o da chi ha saputo nuovamente conquistare una mamma single.

Essere una madre single in un'Italia che cambia

In un’Italia che cambia, aimè, il problema resta sempre lo stesso.

Parlando con altre mamme single si comprende facilmente che il discorso economico è sempre al centro dell’attenzione.

Oggi anche chi ha una casa di proprietà , e quindi non paga l’affitto, deve fare i conti con la realtà: i soldi non bastano mai e si fatica sempre di più ad arrivare alla quarta settimana del mese.  Non oso immaginare la vita che fa una mamma single che non ha questa fortuna!

In uno stato come il nostro, dove le politiche welfare per le madri single sono completamente assenti, prima di fare questa “scelta” una donna deve sapere a cosa va incontro.

L’Atlantic riporta sempre più spesso storie di mamme single, negli U.S.A. disposte a vendere il cibo che possono comprare con i buoni pasti, a vendere il sangue, a vendere il Social Security Number (numero di previdenza sociale) dei propri figli, per ottenere il minino indispensabile per tirare avanti.

Con questo non voglio sottintendere che arriveremo anche noi italiane a fare delle scelte del genere.

È pur vero che, le donne lavoratrici all'estero sono molto più tutelate e non debbano necessariamente scegliere tra maternità e lavoro come succede in Italia.

Com'è vero che le Ottocento Euro di bonus per le neo-mamme dato quest’anno sia solo una goccia nel mare di un “welfare una tantum” (come lo definisce il Fatto Quotidiano) molto lontano delle politiche concrete dei nostri “cugini” Europei.

Non vogliamo avere dei favori e dei privilegi ma vorremmo solo avere ciò che ci spetta di diritto.

Da madre single,  non posso che darmi e farvi coraggio.

Domani arriverà lo stesso, canta Vasco.

Quando però capiremo che unite siamo più forti e che è arrivato davvero il momento di iniziare a fare rete, forse,  avremmo capito che un coro è molto più potente di una voce sola.

Vuoi raccontarci la tua esperienza?

Lascia un commento qui in basso se vuoi!

A presto.

Viaggio nel mondo dei single di oggi. Tra famiglie monogenitoriali, chi si sposa da solo, l'Italia che cambia.

famiglie monogenitoriali

Sempre più le famiglie monogenitoriali in Italia

Essere single in Italia non da più scalpore tanto che c’è chi decide di crescere un figlio da solo senza nemmeno sposarsi.

Poi c'e, addirittura, chi sceglie di sposarsi da solo.

Per chi si è perso la notizia, un parrucchiere,  Nello Ruggiero di Sant'Antonio Abate (Napoli), a Maggio del 2017 è balzato agli onori della cronaca per aver deciso di sposare se stesso.

Gesto sicuramente provocatorio motivato in parte delle stesse parole del single napoletano:

"Ho maturato la convinzione che non potrò amare nessuno tanto quanto amo me.

Sono l’anima gemella di me stesso ma il mio cuore resta aperto a tutte le persone che ho aiutato e potrò ancora aiutare in Africa."

The show must go on cantava Freddie Mercury, leggendaria voce dei Queen, e forse di show si tratta visto che il tutto è stato "architettato" dalla famosa trasmissione Il Boss Delle Cerimonie su Real Time.

La denuncia sociale, però, inizia ad essere davvero seria e chi sa quanti seguiranno questo esempio.

Accanto a molti che contestano questo gesto, arrivando ad affermare che il single napoletano sia uno psicopatico (parole sue rilasciate in un'intervista al Fatto Quotidiano),  c’è anche chi elogia questa scelta.

Se si tiene in considerazione che ad oggi in Italia i single sono oltre 9 milioni, state pur certi che qualcun altro seguirà i passi di Nello Ruggiero.

La Francia come esempio

Da oltralpe, invece, arriva un notizia di tutt'altro genere.

Sembra infatti che il Ccne francese  (Comitato Nazionale di Parigi per le Questioni Etiche) abbia dato il via libera alla procreazione assistita anche per lesbiche e single e la legge sarà varata nel 2018 in via definitiva!

Naturalmente questa notizia, immediatamente rimbalzata in Italia, ha provocato lo sdegno di associazioni, esponenti politici e personaggi pubblici,  che da tempo si battano nel nostro Paese, anche nelle sedi dei tribunali,  perché avvenga altrettanto e si superino, finalmente, i limiti dell'odiata legge attuale in materia (legge n. 40 del 19 febbraio 2004 "Norme in materia di procreazione medicalmente assistita").

Ricordiamo che, oggi,  difatti, la legge  impedisce alle coppie che non hanno possibilità economica di accedere alla procreazione assistita in quanto occorre l’analisi genetica pre-impianto nei Livelli Essenziali di Assistenza.

Naturalmente, anche qualora ci fossero le condizioni patrimoniali per farlo, la legge 40 in Italia preclude  la FIVET a chi è single e non in coppia.

A onor di cronaca si deve rimarcare che i numeri che riguardano questo intervento sono da capogiro.

Solo nel 2015, ad esempio,  le coppie che hanno avviato un trattamento sono state nel corso dell’anno 74.292, per un totale di 95.110 cicli ma mai nessun single.

Le famiglie monogenitoriali in Italia e nel Mondo

Mentre nel resto del mondo, in realtà molto più civili come la Svezia tanto per citarne una, le famiglie monogenitoriali non solo sono aiutate ma sostanzialmente  si integrano perfettamente nel tessuto sociale nazionale, in Italia sembra che i single che hanno uno o più figli siano “la peste nera”.

Sono molte le famiglie monogenitoriali in italia (ben 2.439.252), ne abbiamo parlato quando abbiamo trattato l’argomento padri single , che si affiancano alle numerosissime famiglie unipersonali (famiglie composte da una sola persona).

Il nostro tessuto sociale sta cambiando e, nonostante questo sia sotto gli occhi di tutti, chi di dovere sembra che non se ne sia accorto e non vuole  decisamente tenerne conto.

Nel mondo si chiamano “Small Families”.

Sono le famiglie monogenitoriali della porta accanto in cui una madre o un padre single lottano con i loro figli contro una società che nega sistematicamente i loro diritti.

Per fortuna molto sta cambiando e, grazie all'impegno di persone come Gisella Bassanini, nascono realtà come Smallfamilies -portale delle famiglie a geometria variabile – (Smallfamilies.it)  che si propone come un mezzo per dare un aiuto concreto a questo popolo spesso dimenticato,  orientandolo, informandolo  e sostenendolo,  anche attraverso il contributo di professionisti come avvocati, coach, psicologi ecc.

Certo si dice

“Aiutati che Dio ti aiuta”

ma è giusto che debbano sempre muoversi i privati e mai le istituzioni?

Famiglie monogenitoriali: chi sono questi genitori?

Chi si prenderebbe cura di:

se non ci fosse la bontà del prossimo (famiglie di origine, amici, parenti) a sostenerli?

Anche se i nomi scelti, provenienti dal libro “Le città invisibili” di Italo Calvino, a molti non dicono troppo, quelli rappresentati sono esattamente i profili delle mamme e dei padri single che compongono le numerose famiglie monogenitoriali oggi in Italia individuati da Smallfamilies.

Accanto a Eufemia che può contare sulla presenza dell’altro genitore per la cura e la crescita dei figli, c’è Dorotea, che deve fare affidamento sulla famiglia d’origine per far fronte alle necessità economiche e per  la cura della sua famiglia monogenitoriale.

Mentre Zirma, per vari motivi, può contare solo sulle proprie forze per crescere ed educare i figli (sotto tutti i punti di vista), Zenobia ha quanto meno l’aiuto della sua famiglia d’origine per la cura della prole.

Infine chiude il cerchio Marcopolo,  monoreddito che riceve un contributo dalla madre dei figli per la loro cura e crescita.

Eufemia,  Dorotea,  Zirma,  Zenobia , Marcopolo non sono altro che Debora, Giovanna, Maria, Lucia, Luca…

Tutti noi ne conosciamo almeno uno!

Debora, Giovanna, Maria, Lucia, Luca non sono un’eccezione… iniziano ad essere una regola!

Se in Italia 1 famiglia su 3 è unipersonale ben presto ci saranno tanti altri genitori single.

Nel mondo...

In Spagna i genitori single hanno agevolazioni sui mezzi pubblici, in Svezia aiuti economici, supporto psicologico e attività sociali!

In Germania c’è l'Unterhaltsvorschuss, un assegno sociale per i figli di genitori single, erogato fino al 12° anno di età del bambino per un massimo di 6 anni.

Una mamma e un papà single, inoltre, sempre in Germania, possono contare sull'Elterngeld, un altro assegno sociale, che permette ai genitori di passare più tempo con i loro piccoli durante i primi mesi di vita.

Quando lo Stato Italiano si renderà conto che lo scenario sociale sta cambiando?

Ai posteri l’ardua sentenza.

A presto,  lascia il tuo commento… raccontaci la tua storia, discutiamone insieme.

Già essere figli di genitori separati o che si stanno separando non è semplice.

Se poi ci si mettono anche mamma e papà a farsi la guerra su chi dei due sia più idoneo a provvedere al loro futuro, proprio non se ne esce vivi.

I figli di genitori separati

Figli di genitori separati

Sembra ieri quando la notizia della sentenza emessa dal giudice Felice Lima del Tribunale di Catania, l’11 dicembre del 2016, face scompiglio e scalpore tanto da essere ripresa dalle maggiori testate giornalistiche nazionali.

Nella sentenza veniva sostanzialmente ribadito il principio giuridico che un figlio potesse tranquillamente essere affidato ad un padre e, soprattutto, la stessa negava che vi fosse un canale preferenziale per l’affidamento dei figlio alla madre.

Nulla di strano sotto il sole se non fosse che  in Italia, quasi per prassi consolidata, i figli venissero quasi sempre affidati  alla madre.

Questo per “ovvi” motivi (dove l’ovvio viene virgolettato apposta) tra i quali si riscontrava che:

Sì sa! Tutti da padri single ci siamo passati. Solo a pronunciare la volontà di volere l’affido esclusivo della propria figlia o del proprio figlio, al nostro avvocato si drizzavano i capelli e spesso era proprio lui che ci sconsigliava di intraprendere questa strada.

Legge 54/2006

Per nostra fortuna la Legge 54/2006 sull'affido condiviso sta facendo il suo corso e gli ultimi dati dell’I.S.T.A.T.  lo dimostra ampiamente: nel 2015 le separazioni con figli in affido condiviso sono circa l'89% di tutte le separazioni con affido e soltanto l'8,9% dei figli è affidato esclusivamente alla madre.

Questo contro le percentuali bulgare degli anni precedenti.

Ad esempio nel 2005 (prima della legge) proprio da un estratto del report emesso dalla stessa I.S.T.A.T.  apprendiamo che:

“L’affidamento esclusivo dei figli minori alla madre è stato prevalente rispetto ad altri tipi di affidamento anche nel 2005: i figli minori sono stati affidati alla madre nell’80,7% delle separazioni e nell’82,7% dei divorzi, con percentuali più elevate nel Mezzogiorno rispetto al resto del Paese. La custodia esclusivamente paterna è stata pari al 3,4% negli affidamenti a seguito di separazione e al 5,1% per quelli scaturiti da sentenza di divorzio.”

Come poteva un padre pensare di fare richiesta di affido trovandosi davanti dati così schiaccianti?

Anche perché i pochi “padri eroi” che si mettevano su questa strada dovevano per forza cercare di “screditare” la figura materna dimostrandone la non idoneità a ricoprire questo ruolo e questo poteva danneggiare indirettamente proprio i figli!

Già proprio i figli...

Poi in tutto questo ci sono loro: i figli delle coppie scoppiate,  in una società nella quale cresce il numero di  divorzi 82.469 (+57% sul 2014) ed aumentano le separazioni, pari a 91.706 (+2,7% rispetto al 2014), che assistono inermi al fallimento del matrimonio dei loro genitori.

Figli di genitori separati che vedono naufragare  il rapporto di coppia di chi li ha messi al mondo.

Certo nessuna separazione avviene da un giorno all'altro, nulla accade all'improvviso!

Si tratta sempre di un cammino iniziato da uno o più anni ma, in tutto questo, ci sono loro!

Proprio loro, i figli di genitori separati per i quali anche se il rapporto di coppia si è rotto, continuano a pensare e sperare che quanto meno possa esserci una famiglia.

Quei figli che, purtroppo, non sentiranno il contraccolpo psicologico solo quando i genitori non staranno più insieme… No, per loro il “calvario” inizia già molto tempo prima, quando la coppia mamma-papà che li ha messi al mondo inizia il suo percorso conflittuale.

E come reagiranno i figli alla separazione dipende da chi sono in quel momento.

Chi si divide  sappia che, di media, occorrono dai due ai quattro anni finché i figli di genitori separati ritrovino il loro equilibrio e questo tempo dipende proprio da come i genitori riescono sostanzialmente a gestire la situazione.

Inutile dire che i figli vengono prima di:

e che mai, mai, un figlio deve essere minimamente  coinvolto in una questa battaglia.

I figli di genitori separati devono poter contare su una coppia che, almeno per quello che li riguarda, funziona perché a nessun esperto, tribunale o avvocato  può essere demandata la responsabilità di crescerli nel miglior modo possibile.

Era proprio necessario che  la legge 54 dell’8 febbraio 2006, n. 54 sancisse che il figlio minore abbia il diritto di continuare a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi i genitori?

Non è qualcosa che già dovrebbe venire dal cuore?

“Il messaggio più importante per i genitori è il fatto che anche i figli di genitori separati possono essere felici e diventare degli adulti soddisfatti, capaci di ottenere buoni risultati e di relazionarsi con gli altri.

Indubbiamente i figli soffrono anche quando i loro genitori rimangono insieme in un contesto quotidiano fatto di litigi e aggressioni.”

Prof. Dott. Franz Resch, Liga für das Kind

Qualche spunto di riflessione sul quale riflettere a cuor sereno.

Se hai qualcosa da dire, lascia un commento qui in basso.

A presto con approfondimenti su questo tema.

Quella dei Padri separati in Italia sta diventando una vera e propria epopea di dimensioni gigantesche.

padri separati in Italia

Padri separati in Italia oggi

Accanto a Regioni Italiane come la Lombardia, che finalmente aprono gli occhi e si accorgono di come quello dei padri separati in Italia stia di fatto diventato un vero e proprio problema sociale, anche l’opinione pubblica inizia finalmente a comprendere che così proprio non si può più andare avanti.

È di questi giorni l’intervista di Domenico Fumagalli, rilasciata al Sole24ore, in qualità di responsabile dell’associazione “Papà separati Lombardia”, in cui si conferma che il numero dei padri separati aiutati tramite il Banco Alimentare a fare quantomeno la spesa per mangiare è 350!

Trecentocinquanta uomini messi per strada da ridicole sentenze di Tribunali!

I padri separati in Italia sono i nuovi poveri

Cresce la povertà con un ritmo impressionante per chi era un genitore felice un tempo ed oggi deve provvedere al mantenimento di ex-mogli,  spesso auto-sufficienti, e figli.

Così,  il caso, che sempre lo stesso articolo del  Sole24ore riporta, di un docente universitario di 45 anni costretto da una sentenza a passare per intero il suo stipendio (di ben 1.800,00 Euro) alla ex-moglie, non desta più stupore ne tanto meno scalpore.

Perché tanti soldi? Qual è la sua colpa per il giudice che ha emesso la sentenza di separazione?

Non aver chiesto di più all'Ente per il quale lavora in base al ruolo che ricopre!

Ancora, come dimenticare il beffardo cartello esposto nel tribunale di Brescia che avvisa agli avvocati dei padri separati che tutte le istanze dove si chiedono cifre al di sotto di 250 Euro per figlio saranno respinte?

Si preferisce che i padri separati in Italia “muoiano di fame” piuttosto che rivedere le leggi in base alla nuova realtà del nostro Bel Paese che subisce ancora le conseguenze nefaste di una crisi economica mai del tutto andata via.

In media, ricordiamolo, ad ogni padre separato, per il Tribunale di Milano oggi, è giusto chiedere  400 Euro per figlio.

Come può questo non prosciugare il conto corrente di chiunque?

Qualcosa si muove

Per fortuna, come si diceva, quantomeno la politica cerca di mettere una pezza al maltolto della giustizia con sussidi e “privilegi” per questi padri e genitori.

Essere un padre separato residente in Lombardia, ad esempio, da diritto ad un punteggio  per  l’assegnazione di case popolari pari a quello delle famiglie sfrattate, nel caso in cui l'ex marito abbia dovuto l'asciare l'alloggio all'ex-moglie per sentenza passata in giudicato.

L’attuale legislazione lombarda, inoltre,  ha stanziato ben 14 milioni di euro da destinarsi proprio ai genitori separati che non possono provvedere al mantenimento proprio o dei figli.

È sicuramente un bel passo in avanti ma è possibile che questa Italia sia ancora il Paese dei Balocchi per le ex-mogli?

Quando una coppia scoppia non è responsabilità di entrambi?

Quanto meno per l’assegno divorzile qualcosa si è mosso.

Come stabilito dalla cassazione a maggio del 2017 è stato eliminato il parametro del tenore di vita, in base al quale era semplice imporre un assegno, anche minimo, all'ex marito (Approfondimenti).

Ma dovevano passare tanti anni perché questo accadesse?

Chi sono i papà separati?

Ci sono tantissimi padri separati in Italia rovinati dalle ex-mogli e, tra questi, sia personaggi comuni che V.I.P..

Per questa ragione nessuno di noi potrà mai dire di non conoscerne nessuno e di non aver mai sentito parlare di questa nuova piaga sociale.

Si pensi a quello che sta accadendo a personaggi famosi come Marco Della Noce, per esempio, che in un’intervista a  “Il Giorno” dichiara

padri separati in Italia marco del noce

“Ha azzerato la mia visibilità professionale, le televisioni e le agenzie mi hanno chiuso la porta in faccia e molti colleghi hanno preferito ignorarmi. I giudici mi hanno segato il mio futuro lavorativo. Non potendo lavorare non posso neppure fare fronte alle richieste di mia moglie”….

e continua rivolgendosi alla sua Ex:

“Me l’avevi promesso, mi dicesti: «Ti rovino». Adesso basta, hai raggiunto il tuo obiettivo. Non voglio accusare nessuno, mi piacerebbe però sottolineare che in un momento in cui il papà ha delle difficoltà lavorative mi sarei aspettato che il resto della famiglia gli si fosse stretto intorno. Non è concepibile che si debba mantenere lo stesso tenore di vita mentre il papà cena con caffè e latte”

Vuoi separarti? Fai attenzione!

Già...

“Non è concepibile che si debba mantenere lo stesso tenore di vita mentre il papà cena con caffè e latte”…

Detto da un comico di Zelig  che aveva tanti soldi, avvale ancora di più la tesi che separarsi oggi in Italia è per molti ma non per tutti.

In una società come la nostra, purtroppo,  i padri separati in Italia devono farsi i conti in tasca prima di prendere una simile decisione…

E non è forse questa mancanza di libertà?

Il matrimonio non è un contratto! È ben altro e non è giusto che a pagare le conseguenze di una sua risoluzione sia in buona sostanza sempre una parte.

Sono i padri appunto, che spesso oltre alla dignità perdono anche il contatto con i propri figli.

Come può un padre andarsi a mangiare una pizza con il proprio figlio o la propria figlia quando dorme in una macchina e cena con caffè e biscotti?

Forse è il caso di pensarci su!

A presto.

Vuoi iniziare a frequentare una mamma single?

mamma single

Perfetto, se non sei scappato a gambe elevate quando hai saputo che sono una mamma single, ho un figlio e che lo sto crescendo da sola è già un punto a tuo favore!

Sempre più madri single

Sono sempre di più le donne che dopo una separazione, un divorzio o un lutto improvviso, decidono/devono crescere i propri figli da sole.

Farlo, ovviamente, non è affatto semplice... Essere una mamma single non lo è ugualmente.

Si sa, ognuna desidererebbe avere accanto il principe azzurro, l’uomo perfetto.

Perché?

Sin da bambine, quando giocavamo con le nostre Barbie (esistono ancora per fortuna!) sognavamo Ken che arrivava sul suo cavallo bianco e ci prendeva per portarci in un mondo incantato e mai avremmo immaginato che un giorno saremmo diventate delle mamme single!

Forti di questo (Barbie che realizzava il suo sogno) siamo cresciute con uno stereotipo di uomo in testa e tra i banchi di scuola ci siamo prese le prime cotte per l’Andrea di turno, bello ed impossibile, ed, inebriate dai primi ormoni, abbiamo iniziato con lui una relazione.

Su Andrea riponevamo tante speranze e, per questo, l’abbiamo caricato di tante aspettative che, durante la relazione, si sono sciolte come neve al sole.

Certo lo so, il buon Andrea non centra nulla, sono io che “sono sbagliata” e per questo la relazione è scoppiata.

Ma come si dice?

Morto un papa se ne fa un altro, chiusa una porta si chiude un portone ecc.

Tutto bello sulla carta!

In pratica nel corso della mia vita ho solo collezionato alcuni Andrea cambiando i personaggi e non la storia e, credimi, cerco disperatamente di far capire questo alle mie amiche quando mi chiedono

“Capitano tutti a me uomini così?”

Alcuni mi hanno spiegato che possono esserci problemi più profondi, legati alla mia infanzia, probabilmente perché ero stata piantata davanti ad una TV che mi faceva da babysitter che oggi sono una mamma single.

Cercavo negli uomini l’affetto che non ho ricevuto perché i miei erano impegnati a portare a casa il pane.

Anche per questo ho trovato diversi Andrea che sapevano risvegliare quella bambina che aveva bisogno di protezione e di affetto ed uno me lo sono anche sposato…

Com'è finita?

Se sono una mamma single… lo capisci da solo!

Per questo la mia vita non è una vita semplice…

La mia è una vita molto incasinata.

Prima di uscire con una mamma single devi riflettere bene perché una mamma single è da prendere “con tutto il pacchetto”!

Parlo ovviamente per me che ho ancora un figlio che deve crescere e diventare grande con tutto quello che questo comporta:

….

L’elenco per una mamma single è molto più lungo e variopinto.

Se fossi ad esempio mamma single da poco potresti tranquillamente metterci:

e tanto altro.

Immagina!

Come ti sentiresti se tu fossi una mamma single che ha appena mollato o e stata appena mollata dal proprio uomo?

Qualunque sia il tuo stato (separata, divorziata, vedova) saresti un mix di emozioni in una pentola a pressione pronta ad esplodere!

Leggo anch’io su internet le voci che circolano sulle mamme single dove si crede che siano tutte delle “affamate”, pronte a diversi, a caccia di uomini, pronte a sbolognare “il pacchetto” ad amici e parenti per uscire e passare una serata in allegria, pantere da letto, ecc. ecc.

Sveglia! Non dico che non conosco amiche separate che s’intestardiscono nel sembrare adolescenti e che si radunano per andare a ballare e rimorchiare… Certo ci sono ma non siamo tutte così specie se abbiamo figli piccoli!

Molti madri single corrono sul filo del rasoio dove da una parte c’è la loro unica ragione di vita, i propri figli, e dall'altra la speranza di rifarsi una vita unita al timore che questo non accadrà mai.

Noi dobbiamo fare da padre e da madre ai nostri figli stando attenti a non metterli sotto una campana di vetro e soffocarli… Comprendi in che casino siamo?

No, nessuno ti dirà mai che è semplice!

Pur essendoci quasi 2 milioni e mezzo di famiglie in Italia come la mia (monoparentali) , l’arte del genitore è già difficile se si è in due, immagina in uno!

Tuttavia non spaventarti perché una mamma single è pur sempre una donna e come tale vuole e deve essere trattata.

Alcune cose che devi sapere

È probabile che ti occorrano un po’ di consigli a riguardo.

Oltre al normalissimo sii te stesso (che già sarebbe un bel traguardo) devi sapere che:

Soprattutto non giocare con i miei sentimenti, non me lo merito e sappi che anch’io voglio amare ed essere amata senza troppi pensieri! Che credevi?

Anche tu sei una mamma single?

Se sei tu una mamma single,  voglio condividere quello che ho sperimentato sulla mia pelle che forse può aiutarti a riflettere:

“Da quando mi sono innamorata di te, ogni cosa si è trasformata ed è talmente piena di bellezza… L’amore è come un profumo, come una corrente, come la pioggia. Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia ed io, come la terra, ti ricevo e accolgo” – Frida Kahlo

È davvero un discorso lungo e complicato e, se vuoi, ritorneremo su questo argomento come anche potremmo approfondire meglio determinate sue tematiche.

Cosa ne pensi tu in merito?

Cosa vorresti approfondire?

Scrivimi qui in basso.

A presto!

Gli Speed Date Online

Come accade per gli Speed Date tradizionali, negli Incontri virtuali di Single Italy, viene fissato un appuntamento in cui un single, precedentemente profilato dai nostri esperti, accetta di mettersi in gioco.
Il Single incontrerà virtualmente, in una stanza online sicura e riservata, vari single che matchano con il suo profilo, singolarmente, per un tempo prestabilito (solitamente 15/20 minuti).
Tutti i mach saranno abbinati dai nostri esperti in base alla profilazione, ragion per la quale, sia il single sia i match avranno i giusti abbinamenti.
Al termine degli incontri, sarà il Single che deciderà quale match, tra i tanti, vuole approfondire e noi favoriremo gli incontri con i contatti.

Contatti rapidi

Fisso: 085 8632441
Mobile: +39 349 0649846
Email: info@singleitaly.com
 SINGLEITALY.COM 2009 - 2022 | PRIVACY POLICY | COOKIE POLICY | ALL RIGHT RESERVED –  REALIZZAZIONE SITO WEB BY APOLLO